Dialogues #2 OLO o della danza del tutto
LU.PA Lulù Nuti & Pamela Pintus
A cura di Spazio Y
Testo critico di Valentino Catricalà
Inizio performance domenica 29 aprile 2018 ore 20:06
Opening giovedì 3 maggio 2018 ore 19:30
Con OLO, performance di esordio del progetto LU.PA, duo costituito da Lulù Nuti e Pamela Pintus, prosegue Dialogues, ciclo espositivo di Spazio Y che invita coppie di artisti a realizzare lavori site specific, in un doppio dialogo che interessa le loro singole specificità e l’interazione con lo spazio espositivo.
LU.PA accoglie l’invito con un progetto che incrocia più livelli di lettura, in un’azione che le vede coinvolte in un confronto serrato con i limiti del proprio corpo, con le dinamiche di relazione a due e nell’interazione con lo spazio architettonico e con il pubblico che, attraverso una prospettiva “voyeuristica”, entra a far parte della performance in quanto osservatore.
Partendo dal tramonto, nell’arco di 24 ore, una notte e un giorno, Lulù Nuti e Pamela Pintus si inseguiranno, chiuse all’interno dello spazio espositivo, tracciando e cancellando ininterrottamente una linea continua.
L’azione potrà essere seguita dal pubblico solo dall’esterno, attraverso dei fori praticati nella parete che dà su strada, e mediante un monitor che dalle 20:06 alle 23:00 del 29 aprile trasmetterà in streaming la ripresa effettuata da una telecamera interna.
A questa prima fase, il 3 Maggio, seguirà la restituzione al pubblico delle tracce lasciate dalla performance all’interno dello spazio e un dispositivo pensato come un lavoro indipendente, che permetterà di osservare il video registrato durante le 24 ore dell’azione performativa.
Interessate all’indagine dei sistemi che regolano le relazioni umane, attraverso l’esplorazione del rapporto con l’altro, LU.PA realizza per Spazio Y un’azione performativa che assume il carattere di una sfiancante prova di forza, oltre che fisica anche simbolica, dove ognuna delle due cerca di affermare il proprio agire sull’altra. Ad un’azione volta a tracciare il muro attraverso un segno, segue la costante cancellazione dello stesso, in una dinamica di continue prevaricazioni, simbolo di un presente nel quale l’affermazione del sé sull’altro diventa unico percorso possibile.
I costumi delle Performer, appositamente disegnati dalla designer di moda Ginevra Odescalchi contribuiranno alla costruzione scenica dell’azione, le pareti cambieranno aspetto in una stratificazione segnica che registrerà lo scorrere di un tempo interno, il resto sarà determinato dall’imprevedibilità di ciò che accadrà all’interno dello spazio.
Durante il periodo della mostra sarà inoltre presentata un’opera a tiratura limitata, frutto della collaborazione delle due artiste, acquistabile presso lo spazio espositivo, con la vendita delle quali si sostiene l’operato di Spazio Y.
LU.PA
Si cela dietro l’immagine animale, al contempo reale e mitica, generatrice e mortale, il duo LU.PA, nato a Roma nel 2017, dalle due artiste Lulù Nuti e Pamela Pintus. Un riferimento non iconico ma semantico, giacché nei molteplici ruoli che le parole assumono si dipana in gran parte l’azione del duo.
Per google translate ‘Lupa’, in diverse lingue, significa ‘dimenticare’, ma anche lente d’ingrandimento’ e ‘loop’.
Credendo che il caso non esista e interpretando i segni che uniscono i vissuti individuali come segnali d’azione, il duo si appropria delle definizioni che il web suggerisce e ne trae la sua identità. Questo sistema di pensiero, fatto di casi, simbologie e analogie, nonché la volontà di porre una lente d’ingrandimento su alcune dinamiche, alcuni linguaggi, strumenti e fatti del contemporaneo sono alla base del loro lavoro.
Attraverso l’esplorazione del rapporto con l’alter, imposto dalla natura del duo, LU.PA analizza i sistemi che regolano le relazioni umane nel XXI secolo.
Per questo i progetti di LU.PA nascono spesso da azioni performative in cui entra in gioco la relazione nel suo significato più ampio. Uno degli strumenti privilegiati di riflessione è il web, utilizzato come sfera di cristallo e prisma. Del primo si recupera l’aspetto misterico, il fascino della scoperta di ciò che la Rete di volta in volta rivela; del secondo si adotta la molteplicità: la Rete infatti restituisce uno spettro caleidoscopico di significati ed immagini che il duo analizza e trasforma, alla ricerca di inedite connessioni, attuando una meta-riflessione su prodotti e processi, mettendo in evidenza il cortocircuito semantico e semiotico che subiscono i concetti e le parole.
LU.PA crea una conoscenza trasversale, non necessariamente veritiera e attendibile, ma volta ad innescare riflessioni profonde e destabilizzanti.