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Non so perché, ma non ero mai stato nel posto dove è stato ammazzato Pasolini - The Independent Project
Submission

Un evento di

SPAZIO Y

Via dei Quintili, 144, Roma, Lazio, Italy

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Non so perché, ma non ero mai stato nel posto dove è stato ammazzato Pasolini

2 Novembre 2019 - 7 Dicembre 2019

Via dei Quintili 144, Roma, Roma, 00187

Non so perché, ma non ero mai stato nel posto dove è stato ammazzato Pasolini

Anto Milotta/ Zlatolin Donchev

 

Opening Sabato 2 novembre 2019 – ore 18.30

Fino al 7 dicembre 2019

 

Bisogna cercare di inventare nuove tecniche che siano irriconoscibili, che non assomiglino a nessuna operazione precedente, per evitare la puerilità, il ridicolo. Costruirsi un mondo proprio, con cui non siano possibili confronti, per cui non esistono precedenti misure di giudizio, che devono essere nuove come la tecnica. P.P.P.

 

L’intervento pensato dal collettivo Milotta/Donchev per Spazio Y, nel giorno in cui ricorre il quarantaquattresimo anniversario della morte di Pier Paolo Pasolini, segue ad un’azione del 2018, quando gli artisti, con un atto abusivo, installano una targa sul pavimento del parco letterario di Ostia a lui dedicato.

 

L’operazione oggi “rivendicata” con una mostra, e con l’installazione di una nuova targa proprio nel quadrante di Roma così caro a Pasolini, nasceva allora con l’intento di valorizzare l’identità di quel parco, in ripetute occasioni vandalizzato e deturpato da attivisti di estrema destra. L’analoga operazione diventa ora il secondo tassello verso la costruzione di una sorta di monumento diffuso. Perché dietro la figura di Pier Paolo Pasolini non c’è un singolo individuo ma un complesso mosaico di significati e valori che hanno contraddistinto il suo pensiero critico e l’anticonformismo in cui molte persone si riconoscono, non solo fra gli intellettuali.

 

Il titolo della mostra è una citazione del film “Caro Diario” di Nanni Moretti. Ad allargare ulteriormente il senso e gli orizzonti della mostra, è l’intervento sonoro – linguaggio centrale nella ricerca artistica del duo Milotta/Donchev – questa volta utilizzato non solo per citare, ma per mutuare un’attualissima riflessione di Pasolini, estendendola al mezzo stesso e al senso dell’innovazione all’interno della stessa operazione artistica.

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