STEFANO CHIODI incontra STEFANO CERIO A proposito del progetto dell’artista al Museo MAXXI L’Aquila
26 Novembre 2021 - 26 Novembre 2021
Via Flaminia 122, Roma, Italy, 00196
STEFANO CHIODI incontra STEFANO CERIO
A proposito del progetto dell’artista al Museo MAXXI L’Aquila
Venerdì 26 novembre 2021 h 18.30
AlbumArte Via Flaminia, 122 – 00196 Roma
Ingresso libero fino ad esaurimento posti
GREEN PASS e obblighi sanitari previsti
Venedi 26 novembre ad AlbumArte, Spazio Indipendente no profit per l’arte contemporanea, alle ore 18.30, incontro tra Stefano Cerio (Roma 1962, lavora tra Roma e Parigi) e Stefano Chiodi, critico d’arte e professore associato di Storia dell’arte contemporanea all’Università Roma Tre, per presentare per la prima volta a Roma il progetto Aquila realizzato dall’artista per il Museo MAXXI L’Aquila (Abruzzo).
Aquila, uno dei progetti scelti per l’apertura del Museo MAXXI L’Aquila, in corso dal 28 ottobre, è composto da un video e da una serie fotografica che ritrae parchi gioco gonfiabili, isolati e decontestualizzati, ritratti negli incontaminati e riconoscibilissimi paesaggi naturali abruzzesi della Piana di Campo Felice, Campo Imperatore e Pescasseroli. In una seconda sala del museo, dedicata al progetto, due immagini invece sono un omaggio a Onna il piccolo paese quasi interamente distrutto nel terremoto del 2009, dove l’artista pone un gonfiabile, ispirato alla chiesa intorno a cui la piccola comunità si riunisce dal 2010. La ricerca di Cerio, da sempre si muove poeticamente nell’esplorazione del rapporto tra realtà e finzione e la sua ricerca artistica è orientata alla rappresentazione dell’assenza, del vuoto, dell’immobilità, in luoghi dedicati al divertimento di massa, come luna park di notte vuoti, abbandonati perché non più in uso o in rovina, creando attraverso questo corto circuito che mette in atto nei suoi lavori, uno speciale ritratto vuoto, dove l’assenza pesa di più della presenza.
“Il terreno è innevato, l’orizzonte chiuso da una linea di montagne scure, basse nuvole lattiginose nascondono il cielo. A terra, in primo piano, una forma indistinta, uno strano ammasso afflosciato dai colori vivaci, rosso, giallo, blu, si agita gonfiandosi d’aria. In meno di un minuto appare una grande attrazione da parco giochi, un “gonfiabile” appunto, una sagoma arrotondata, goffa e amichevole, simile a un doppio scivolo o a un trampolino, del genere che è facile incontrare nelle aree giochi per bambini, nelle fiere, nelle feste paesane. Insieme ad altri quattro gonfiabili di forme analoghe – un paffuto castello completo di drago, un campo di calcetto, ecc. – lo “scivolo” è un elemento dello strano paesaggio evocato da Aquila di Stefano Cerio, un video e una serie di fotografie realizzati in Abruzzo in stagioni diverse e in luoghi di grande suggestione paesaggistica non distanti da L’Aquila, tra la Piana di Campo Felice, Campo Imperatore e Pescasseroli.
Lo scenario è vasto, incontaminato, selvaggio, gli oggetti incongrui, infantili. Non è la prima volta che Cerio fotografa strutture destinate al divertimento di massa – luna park, acqua park, ecc. – presentate in una condizione inabituale, di notte o in momenti di chiusura (Night Games, 2017-18), o in uno stato di abbandono e obsolescenza che le ha trasformate in presenze fantasmatiche, inquietanti (Water Park, 2010-11). C’è però un elemento performativo, una forma di artificiosità teatrale, una tensione inesplicata in Aquila che dà ai gonfiabili una risonanza diversa, più drammatica e strana, che fa pensare a certi quadri di Alberto Savinio dove giocattoli colorati giganteggiano in paesaggi surreali, come rovine inconsce di un’interminabile infanzia. (…)
Tratto dal testo critico di Stefano Chiodi “Corpi d’aria. Su Aquila di Stefano Cerio” (2021)
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